
E finalmente posso dire: Ma che bel compleanno!
Chi mi segue (e mi conosce) sa che la festa del Santo di mia figlia per me é stata spesso un trauma… invece quest’anno é andata liscia come l’olio.
Naturalmente sono dovuta sempre scendere a compromessi (accettare la festa a tema, la piñata ed i regalini per gli invitati, ad esempio)

ma per il resto siamo riusciti finalmente ad avere una giornata allegra, non stressante e, soprattutto, una famiglia felice!
- Niente affannosa ricerca di un locale adatto (né affitto da pagare): la festa si é fatta nel nuovo asilo, lo stesso posto in cui arrivai come volontaria per la prima volta in Perù 8 anni fa… E non c’è stato nemmeno bisogno di decorazioni perché l’ambiente steineriano era già perfetto da sé.
- Niente grattacapi sulla scelta del menù, perché la festa é iniziata alle 13, dopo che i bambini avevano già pranzato a scuola. Quindi sono bastati pochi panini, salatini e tanti dolcetti per fare felici tutti. Soprattutto la mamma, che invece di perdere una mattinata dietro ai fornelli, si é limitata ad una giornata fra mercato e negozi.
- Niente assurde liste di invitati pensando a chi avesse figli dell’età giusta e chi invece doveva essere invitato perché “amico di”, nonostante non abbia figli. Questa volta é stata solo una festa per bambini e gli unici invitati “extra” sono state due zie italiane casualmente in visita da noi e chiaramente l’amichetta di sempre, Milena.
- Niente ricerca di animatori e animazione perché si é occupata di tutto la maestra (!) che dopo la rituale consegna dei regali,
ha fatto un’intervista alla mamma (ultimamente pare che tutti vogliano intervistarmi! Ahah!) per sapere come nacque la festeggiata; poi ha diretto qualche ballo divertente, davvero DA BAMBINI, obbligando anche i genitori a fare strani passi da animale…
E alla fine ha “coronato” la festeggiata con una sua creazione:

Il “tema” era praticamente scontato: la passione per Frozen la fa da padrona ormai da tempo, e allora accettiamola e cerchiamo di fare il meglio con il minimo indispensabile: il vestito l’abbiamo fatto arrivare dalla Bolivia (con cui ultimamente sto facendo la pace, ma questo ve lo racconterò poi)

bicchieri, sacchetti per i regalini e piñata li abbiamo comprati al mercato; della decorazione della torta, naturalmente, si é occupato babbo

e una delle sorprese per i piccoli é stata il magnifico Olaf in versione marshmallows. Una mezz’oretta per costruirlo e… passata la paura.

E finalmente ho anche potuto realizzare il mio sogno degli inviti fatti a mano! Abbiamo scelto un bel cartoncino lavorato, i pastelli, la colla con i brillantini colorati ed abbiamo realizzato da sole questi lavorini che sicuramente sarebbero stati apprezzati

perché i bambini a scuola non solo vengono stimolati attraverso l’arte, ma l’apprezzano davvero, tanto che molti dei regalini ricevuti erano accompagnati da bei disegni fatti dagli amichetti di mia figlia.
Poi, quando tutti i compagni se ne sono andati, noi siamo rimasti nel patio, a giocare con i cuginetti, chiacchierare e ridere con un buon mate di coca e… a mangiare gli avanzi, vizio che pareva impossibile da fermare, perché le “zie” hanno continuato anche dopo essere tornati a casa, quando la luna (quasi) piena era ormai alta nel cielo, proprio come la notte in cui lei bussò alla porta di questa terra…
mentre stamani, invece, chi ci ha fatto sobbalzare é stata una nuova scossa della terra e mamma ha detto: “Grazie degli auguri Pachamama!”