Tesori del passato nascosti in soffitta

Qualche post fa accennavo allo svuotamento della soffitta

in cui inevitabilmente, ma anche incredibilmente, ho ritrovato speciali oggetti del passato degni del miglior mercatino dell’antiquariato emotivo (la mia passione, lo sapete). Inventariarli tutti qui sarebbe un’ardua impresa, ma alcuni valgono davvero la pena di essere citati, perchè hanno un significato che va ben oltre.

smemo-diari-anni-80

A cominciare dai diari! Smemoranda la fa ovviamente da padrona: icona (insieme allo zaino Invicta e ai vestiti Best Company) dei tempi in cui il diario era un prolungamento di te, soprattutto se eri femmina, perchè i maschi è un dato di fatto che non gli dedicassero altrettanta cura. Se già pesava abbastanza a settembre, appena comprato, quando arrivava giugno serviva uno zaino a parte solo per il diario, stracarico di biglietti di cinema, discoteca, messaggi dei Baci Perugina, cartoline di auguri, figurine dei fighi di Beverly Hills, il fazzoletto con cui si era soffiato il naso il ragazzo che ti piaceva… Fra dediche delle amiche, sfoghi esistenziali e citazioni poetiche, in quelle pagine c’era veramente di tutto, tranne i compiti e le comunicazioni importanti.

antico-baule-di-legno

Ma il diario per alcuni (tipo me) è un vizio che non si riesce a smettere. Ed ecco allora che salta fuori un vecchio baule di legno pieno di libretti non più scolastici ma personali. A questo punto il top erano diventate le Moleskine: care eh, ma facevano figo e questo bastava per farne un Must Have. Però i quaderni che più mi commuovono, sono quelli ricoperti di seta cinese che ci regalava Judith Malina. Erano gli unici che usava lei, ne aveva tonnellate e un giorno, mentre stavamo riordinando l’archivio del Living Theatre, quando ne trovammo una scatola piena, di tutti i colori, lei ci disse: “Queste sono per voi. Divitevele e portatele via tutte”. Me ne toccarono due, e non dubito che la ripartizione sia stata fatta equamente perchè tutto, nel Living, era basato sulla equality. Per quello il primo assegno che toccò a ciascun membro della compagnia, dopo l’apertura della prima House a Clinton Street, si aggirava solo sui 10$. Non l’ho mai riscosso, preferivo tenerlo come cimelio e sono sicura che sia qui da qualche parte…

vecchi-quaderni

E con i quaderni possiamo andare ancora più indietro perchè ho ritrovato quelli delle elementari, conservati con cura da mia madre per oltre 30 anni. Sfogliare le pagine ingiallite e polverose, mi ha fatto conoscere una parte di me di cui probabilmente non avevo più memoria. Analizzare la mia calligrafia di quando non avevo ancora una calligrafia, ma mi limitavo a rispettare la dimensione delle righe e le improbabili curve comandate del corsivo maiuscolo. Guardare i miei disegni di bambina e scoprire che disegno ancora come allora (che tristezza!)

musicassette-vintage

Poi arriviamo al reparto digitale e troviamo le musicassette. C’è una scatola piena di cassettine magnetiche per lo più non originali e, paradossalmente, di ancora maggior valore. Sì, perchè le cassette registrate a mano erano pezzi di vita e cuore: a seconda del momento e dello scopo, registrare una musicassetta era un gran lavoro. Sceglievi il tema, il cantante favorito, il messaggio “nascosto”, il momento da ricordare e che proprio quella specifica canzone ti ricordava. E te lo ricorderà per sempre! Ogni volta che ascolto How do you do, ad esempio, mi ricordo di quando tornavamo a casa dopo il liceo e il mio amico Leo – che aveva già la patente e mi accompagnava – mi faceva tirar fuori da sotto il sedile il suo mangianastri che fungeva da autoradio; io me lo piazzavo sulle gambe, schiacchiavo “play” e la festa aveva inizio. Ovviamente a suon di Roxette, che giravano in loop per 90 minuti…
Ma le musicassette erano anche un gran regalo, più speciale di qualunque cosa, perchè parlavano di voi, di chi lo faceva e di chi lo donava. Ci si infilavano dentro tutte le canzoni ascoltate insieme durante quell’estate, o in quella festa di capodanno e ci si sentiva di nuovo uniti. I titoli si scrivevano a mano, spesso a colori, decorati, magari con una dedica all’interno del cartoncino. Non esisteva niente che dimostrasse in maniera più evidente che “sto pensando proprio a te“.

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Stesso discorso vale per le videocassette. Tra queste non ho trovato solo i miei film favoriti, consumati da quante volte facevo andare avanti e indietro il nastro, ma anche riversamenti delle videocamere che vanno dalle recite scolastiche, ai compleanni, alla vita da universitaria fuori sede. C’è addirittura il fidanzamento dei miei genitori che, registrato in Super8, una volta trasportato in VHS sembrava il massimo della modernità. Ecco, pezzi da museo dal valore incalcolabile.

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Come le lettere scritte a mano, infilate in buste decorate che erano uno dei regali più gettonati per le comunioni degli amici e spedite dopo aver incollato il francobollo con la saliva. Nonostante l’avvento delle emails, durante il mio periodo Erasmus in Spagna, ho sempre continuato a comunicare via posta con gli amici più cari.

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E, dulcis in fundo, arriviamo alla raccolta delle vecchie foto di famiglia, quelle in bianco e nero su carta spessa e opaca, con gli antenati tutti vestiti a festa, in pose improbabili, con sorrisi che sottolineavano l’importanza del momento. Ovviamente oggetti del genere hanno bisogno di un riparo degno, e allora ditemi se c’è qualcosa di meglio che

la vecchia scatola di latta dei biscotti!

 

 

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3 commenti

  1. Ciao cara,
    mi hai fatto rivivere un po’ della mia giovinezza, soprattutto con i diari di scuola…….
    Proprio quelli che erano già pesanti a settembre prima ancora di iniziare………
    ….. un quaderno di poesie scritte da me per il ragazzo che mi piaceva a quei tempi e un’altro con quelle in voga in quel periodo…
    Le sofferenze perchè non eri corrisposta e le discussioni in famiglia perchè non andava mai bene niente di quello che facevo e mi sentivo in gabbia ma non potevo dirlo…
    Ero una ribelle silenziosa che teneva tutto dentro…..
    I quaderni delle elementari non li ho, ma ho le pagelle ……. la scuola non è mai stata il mio forte…… ero quella che faceva fatica e che non riusciva a stare al passo (alle elementari)….. e non si impegnava mai abbastanza (alle medie) ….. quella che veniva esclusa e derisa dai compagni della propria classe ma che sapeva trovare tanti amici nelle altre classi, alle superiori è stata tutta un’altra cosa……
    ……. e poi c’erano le musicassette, quelle dove registravi le voci degli amici e le canzoni preferite come scrivi tu ……per me c’era la colonna sonora di Grease, Paradise, Baglioni e poi via via col tempo Europe, Bon Jovi, Guns’n Roses, Roxette, canzoni che mi facevano sognare e che cercavo di tradurre nel mio inglese malconcio…..
    Bei ricordi anche se sofferti almeno nel mio caso.

    • Penso che nei ricordi ci sia sempre un pizzico di sofferenza misto a gioia, per tanti motivi. Per questo si chiama nostalgia, no? Comunque son contenta di averti in qualche modo toccato! Muak!

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