Il (mio) mercatino delle pulci!

Che mi piacciono le pulci si sapeva!

Non quelle di cani o gatti, ma quelle degli oggetti vecchi con una vita già vissuta, tanta energia addosso e nuovi cammini ancora da percorrere. Perchè “riusare” o “riciclare” significa anche questo: non soltanto aiutare il pianeta – inquinando e producendo meno – o aiutare le persone a spendere meno, ma anche mantenendo vivi tutti quegli oggetti che hanno fatto parte di noi, della nostra casa, dei nostri cari e che spesso ci dispiace buttare via. Per questo continuiamo a tenerli lì, mentre occupano spazio e prendono polvere, inutilizzati ormai da secoli, eppure senza trovare il coraggio di farli sparire.
Attaccamento: un bisogno emozionale, non certo materiale.

E non sottovalutiamo poi i famosi regali inutili, quelli di cui non sai veramente cosa fartene o quelli incredibilmente brutti, per cui aspetti solo il momento buono per riciclarli, a volte con un leggero senso di vergogna, a volte con la paura di rigirarlo magari proprio a chi te lo aveva dato! Sembra una scemenza e invece è un dettaglio importante, da tenere sempre in considerazione: me lo ha insegnato la mia amica Renata (una maestra nell’arte del riciclo del regalo) con un  piccolo errore… Per il mio compleanno mi rifilò la sciarpa regalatale dai colleghi e che, sfortunatamente, mi aveva mostrato all’epoca per sottolineare il malgusto dei suddetti ed “il colore da vecchia” dell’oggetto. Non dissi niente, ringraziai educatamente e poi rigirai di nuovo la sciarpa a mia suocera. Ops!
Ovviamente anche a Renata restituii il favore, presentandomi al suo compleanno con il regalo fattomi dai miei, di colleghi.

Ma per ogni oggetto “eliminato” si crea spazio per uno nuovo… e sarà che il minimalismo giapponese non è proprio il mio forte, o sarà che in fondo le cose inutili, un po’ mi piacciono… ogni volta che c’è una Garage Sale nelle vicinanze, io mi ci fiondo. E mi convinco non solo di aver fatto un affare, ma anche di aver aiutato chi voleva liberarsi di quel pezzo kitsch a cui non ho potuto resistere. Insomma, alla fine mi sento di aver fatto del bene e io sono una persona così buona (e così piena di cose inutili) che la settimana scorsa ho deciso di moltiplicare questa donazione di bontà organizzando il mio primo “mercatino delle pulci”!
Ed è stato bellissimo!!

L’idea iniziale era solo una riunione fra amici, ma poi si è sparsa la voce e la gente ha cominciato a dire: “anch’io ho cose da buttare; io ho bisogno di soldini; posso partecipare anch’io? …” Non potevo certo dire di no.

Mikcao è un barettino che offre caffè e cioccolato organico deliziosi ma dove non va quasi mai nessuno, un po` di sana pubblicità poteva solo fargli bene, per questo hanno offerto il loro giardino come spazio libero per il mercatino.

La biondona che mostra libri (e indossa un mio vecchio vestito!) è la famosa Renata 😀

Ricardo è andato a noleggiare i tavoli per esporre le cose di tutti; gli amici del centro in cui lavoro ci hanno prestato i teli da stendere sui tavoli, un mobiletto e gli avanzi delle vetrine passate per decorare.


Ho stampato un paio di flyer, creato un evento su facebook e il gioco era fatto: ognuno con il suo piccolo spazio, vestiti buttati in ceste e scatole o ben organizzati sugli stand; bigiotteria, giocattoli vecchi, libri, occhiali da sole, borse, C’ERA DI TUTTO per i curiosi e compratori che sono venuti a trovarci domenica scorsa…

C’era la partita del Perù (evento che paralizza il paese intero da quando sono entrati ai Mondiali e che ho raccontato in un altro post) e quindi abbiamo messo il maxischermo…

C’era chi ha deciso di “uscire dal closet” e vendere la propria arte


C’erano bambini che si divertivano felici con giochi vecchi e ritrovati…

Ovviamente c’era la mia amica Renata, che ha litigato con il fidanzato quando si è accorto che aveva messo in vendita un suo regalo (si si, a volte lei esagera proprio…) e c’era anche una coppia di avventurieri argentini che vogliono arrivare in Alaska con il loro furgone ed i soldini raccolti solo suonando una chitarra e vendendo arte per strada.

O magari ad un festival come il nostro…
(Il prossimo post lo dedichiamo a loro e alla libertà: Andando America!)

 

 

 

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