La befana non esiste…
in Perù come in molti altri paesi, ma noi l’abbiamo sempre festeggiata lo stesso, perché le tradizioni vanno mantenute, soprattutto se son belle!
Quest’anno però è stata tutta un’altra cosa, e non solo perché siamo qui dove tutti l’aspettano e la ricevono, ma perché eravamo nella stessa casa in cui anch’io, per tanti anni, l’ho aspettata e ricevuta!
E sembra nulla, ma in realtà è un’emozione in più diventare la befana proprio insieme a chi è stata anche la tua, mamma o babbo che fossero, o entrambi.
La prima calza è arrivata con qualche giorno di anticipo e mia mamma che dice: “nascondila nel mio armadio” mi ha fatto rivivere il momento di shock in cui scoprii che Babbo Natale non esisteva, perché vidi i regali nascosti proprio in quello stesso armadio. E un brivido mi è passato lungo la schiena mentre chiudevo lo sporto, dopo essermi però assicurata che fosse ben nascosta in un sacchetto e sotto ad altre borse, per evitare appunto errori già commessi…
Il 5 gennaio siamo andati tutti insieme all’evento “Aspettando la befana“, organizzato dallo storico Circolo vicino a casa in cui la cena sociale (8 euro per un buffet per oltre 200 persone, bambini esclusi) si concludeva con l’arrivo di un’attrice che impersonava la famosa vecchina e regalava a tutti i bimbi una calza rigorosamente senza carbone.
In realtà pensavo che mia figlia avrebbe capito subito che era una farsa e quindi quando l’ho messa a letto ho detto qualcosa sull’imminente visita a casa nostra, ma lei mi ha sorpreso dicendo: “E perché dovrebbe venire, se la calza me l’ha già data?”
Mi sono emozionata di nuovo e mi ha riempito di tenerezza vedere come la volontà di credere alla magia sia comunque più forte della razionalità. E questa è la risposta che posso dare adesso a quel babbo che, pochi giorni prima, mi ha chiesto:
“Ma perché gli raccontiamo queste balle? Tanto un giorno lo scopriranno e ci diranno che li abbiamo solo presi in giro…”
Io dico che forse ci ameranno per averli aiutati a credere, per aver dato speranza alla magia ed esserci trasformati in un personaggio speciale che gli ha portato doni fondamentalmente senza motivo, solo per celebrare il fatto che nel mondo dei bambini tutto è possibile.
Anche che strani personaggi si intrufolino in casa tua non per portarti via qualcosa, ma per lasciarti invece un paio di caramelle e (nel nostro caso) anche un po’ di frutta.
Ed è inutile dire che le grida di gioia mattutine per l’ovetto Kinder hanno spazzato via ogni dubbio!