Aria di festa, aria di casa

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Castello dell’Imperatore, Prato. Foto (bellissima!) di Monica Castelli

È già passato un secolo dall’ultimo post…

Non certo perché mancassero la voglia o l’ispirazione, ma il tempo quello si. E adesso,  invece di riempire i buchi lasciati in sospeso (lo farò eh!), preferisco incidere quasi “in diretta” le prime sensazioni del rientro in Italia.  Un rientro sempre temporaneo, si sa, ma questa volta per godersi appieno il Natale e le feste.  E anche il freddo.
Ho sempre detto che a me questa storia del Natale al caldo non piace; chiamatemi tradizionalista, ma io le lucine preferisco vederle brillare su alberi veri, circondati da sciarpe e cappelli e magari festeggiare sotto la neve, non in spiaggia.  Ecco perché l’idea di zizzolare dal freddo…mi allettava proprio!

Una bella mattinata d’inverno, di quelle dal freddo come spilli sul viso, con il sole splendente che fa brillare la brina sui campi…vuoi mettere?!
Svegliarsi con la luce che filtra dalle tapparelle, quando non solo hai dimenticato cosa sono le tapparelle, ma anche gli infissi…vuoi mettere?!
Uscire a piedi per andare al forno a comprare la schiacciata calda, e vedere che le auto addirittura si fermano per lasciarti attraversare…vuoi mettere?!     Un bel bagno caldo in vasca (per non parlare del bidet!)…vuoi mettere?!
E dato che non di solo pane vive l’uomo, bisogna anche andare a rifarsi il guardaroba invernale (che noi ormai da mezzo decennio non sappiamo nemmeno più cos’è’ il freddo) e provarsi i vestiti mentre tua figlia è finalmente tranquilla con i nonni…vuoi mettere?!

Certo, mi costa e sinceramente per questa stagione non penso che ce la farò a catapultarmi nel mondo del largo e corto (pantaloni alla caviglia, perdonatemi!), però poco a poco sto invece rientrando nel meccanismo della spazzatura esageratamente differenziata, dove il cartone del latte va nel sacco arancio e il tappo del cartone del latte va in quello giallo.  E non so se mi sorprende di più vedere tanti sacchi diversi, o semplicemente il cartone del latte… che da anni lo ricordo solo in forma disidratata, addolcita e messa in lattina; quella stessa lattina che poi finirà indifferenziata nel fiume che scorre sotto casa, perché ai nostri vicini piace così, lanciare la spazzatura dalla finestra! Vicini che, ovviamente, pensano e sono tutti uguali, e dove la strana (non solo straniera) sono io, mentre qui continuo a camminare in una babele di lingue e colori che,  personalmente, mi fa sentire parecchio a casa.

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Moda autunno/inverno 2016

Poi, purtroppo, ho dovuto ricominciare anche a vedere – e soprattutto sentire – la TV (ma avete idea di quanto BENE si viva senza l’inquinamento mentale della TV?! E badate che ve lo dice una laureata in Linguaggio Radio Televisivo eh!), i discorsi a vanvera, le polemiche, i pianti ed i lamenti… un po’ perché l’italiano se non si lamenta non è italiano; un po’ perché si vorrebbe sempre di più e un po’ perché siamo ancora abituati male.
Lo so, ora direte che io son qui solo in vacanza e sono appena arrivata e che ne so, però credetemi: ci son posti in cui si può stare anche molto, molto peggio e sinceramente….

casa mia, la mi pare dimorto bella!

 

 

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