Natale è morto

babbo natale morto

E…”se dio vole“, anche questo Natale è passato…

Si, perchè mi fa veramente tristezza constatare che la mia festa preferita da sempre, ormai si è trasformata in un giorno che aspetto con ansia, pieno di stress, discussioni e con la speranza (quasi sempre senza fondo) che sarà una giornata tranquilla.
Natale per me era il magico giorno in cui potevo finalmente riunirmi con tutta la mia enorme famiglia nella casa dei nonni per giocare a carte (precisamente al “Mercante in Fiera“), mangiare gli affettati e la frutta secca delle ceste regalate e vedere gente che probabilmente non avrei rivisto fino all’anno successivo.
Era la vigilia in cui ci si riuniva con gli Amici ormai sparsi per il mondo a mangiare tortellini fatti in casa e il Santo Stefano in cui si andava al cinema con gli altri Amici, quelli da casa non si son mai mossi e dal cinema nemmeno!

Ora invece, come ripeto da quando mi sono trasferita nell’altro emisfero, per me il Natale è morto.
E’ morta l’atmosfera natalizia che arriva con il freddo gelido, a volte accompagnato anche dalla neve, e le lucine che scintillano nelle strade immerse nel buio della notte.
E’ morta la ricerca di regalini simpatici e alternativi incontrati mentre passeggi fra le bancarelle dei mercatini rappresentanti l’Europa intera e dove, all’improvviso, il profumo del vin brullè ti porta a fare una pausa per sorseggiare una delizia che scalda il corpo e l’anima.
Ora che il Natale arriva con 50 gradi all’ombra, vedere una slitta a dimensione naturale appoggiata su un tetto piatto, non solo non mi fa nessun effetto, ma mi sembra anche abbastanza ridicola
Così come comprare i regali nei centri commerciali in cui le offerte speciali sono per costumi da bagno e t-shirt.

Per non parlare poi di queste riunioni familiari obbligate, in cui nessuno è davvero felice ma si sta insieme solo perchè da qualche parte è scritto che così dovrebbe essere, mangiando un tacchino rinsecchito che mi riporta agli anni di vita a New York e che non scende, non so bene se perchè gli manca olio o se invece è per via dell’ipocrisia che respiro e che mi ha chiuso lo stomaco…
Fatto sta che noi rinunciamo ad aspettare la mezzanotte per aprire i regali (culmine della festa di un paese che si dichiara veramente cattolico) e ce ne andiamo alla cena degli amici italiani.
Che, “se dio vole”, ci sono e mi fanno sentire un pò a casa, non solo per i bignè alla panna fatti da mano napoletana, ma anche perchè le risate son vere e le cazzate che si dicono questa notte, sono le stesse di tutto il resto dell’anno!! E allora la festa, per un pò, ritorna festa anche per me.

Ovvia, e ora confidiamo nell’anno nuovo!

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