In Perù l’asilo Reggio Emilia

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Fine settimana all’insegna dell’ecologia e terapie alternative!

Finalmente una bella iniziativa ad Arequipa (di cui racconterò dettagliatamente in un altro post) in cui ha partecipato, fra gli altri, anche Il Colibrì, la prima scuola (veramente) steineriana della città in cui avevamo pensato di iscrivere la nostra streghetta perchè, come ho più volte lamentato, la situazione scolastica in questo paese è veramente drammatica! E dato che proprio non ce la faccio a piegarmi a un’educazione basata sulle marce, l’inno nazionale e le preghiere ogni 5 minuti…ho cominciato a cercare un posto “alternativo”.
Il Colibrì sembrava perfetto: professori tedeschi, spazio verde e un’educazione centrata sull’unicità del bambino. Unico problema era la distanza: 40 minuti da casa nostra, senza un “pulmino” che potesse venire a prenderla e orari che proprio non coincidevano con quelli dei nostri lavori.

In realtà abbiamo anche discusso un bel pò, io e babbo, perchè non vedevo nessuna alernativa mentre lui cercava di convincermi a trovarla…e alla fine, magicamente, è arrivata!
Un’amica lituana, insegnante d’inglese, mi parlò della nuova scuola in cui aveva appena iniziato a lavorare:
“Hanno un giardino con degli animalini – mi disse – c’è perfino un pony! E poi corrono scalzi in giro per scuola e giocano con prodotti naturali!”
Siamo andati a vedere e…altro che giardino! L’asilo è immerso in una coltivazione immensa di avocado e, qua e là, hanno tirato su piccoli spazi coperti da tettoie di legno in cui ascoltare le fiabe accompagnati dal rumore del vento e dove vedono nascere e crescere i conigli e le galline. C’è anche il famoso pony e un orticello in cui coltivano insalata, carote ed erbette. Lo spazio ci è piaciuto e la direttrice anche.

I bambini qui non sono obbligati ad indossare la divisa (come nel resto delle scuole peruviane) nè ad andare perfettamente pettinati come si trattasse di un matrimonio. Hanno tantissimi giochi sparsi nel parco ed attività come musica, inglese, laboratori artistici. Non ti obbligano nemmeno a comprare il libro che, comunque, è pur sempre richiesto dal ministero dell’educazione.
Poi è arrivata la tanto temuta “lista del materiale“: 2 pagine fitte di prodotti e accessori da mandare ai bambini in una valigia, perchè son così tante cose che non si sa mai come portarle a scuola…
E anche in questo ci sono state piacevoli sorprese: una quantità infinita di fogli e cartoncini, ma niente quaderni penne e pennarelli, solo i pastelli a cera triangolari (più adatti alla manipolazione dei bambini); poi ci chiedevano 1 chilo di farina per fare la “plastina fatta in casa“, barattoli di latta ricicilati e colorati, formine per i biscotti, l’uniforme da mini chef e molte altre cose più in linea con un’idea di “educazione creativa“.
Insomma, per adesso sembra molto meglio dell’anno scorso e davvero speriamo bene con il nuovo

Green Garden, asilo che usa la metodologia Reggio Emilia“!

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