Ed eccoci di nuovo in volo, io e la mia bambina!
Il viaggio è stato lungo, ma è andato meglio del previsto.
Siamo partiti tutti da Arequipa alla volta di Lima, dove dovevamo aspettare 5 ore in aeroporto, ma l’attesa è stata piacevole perchè sono venuti a trovarci i nostri amici italo/peruviani, Chicho e Yandi con i loro 2 pargoli… Ginevra ha potuto scorrazzare con i suoi amichetti e il tempo è volato.
Poi naturalmente c’è stato un incidente di percorso, tanto per farmi preoccupare ancora di più… la tremenda ha ficcato una delle sue mani ciucciute nella porta dell’ascensore ed ha cominciato a gridare come se la sgozzassero. Io ero impietrita mentre il babbo mi diceva di schiacciare il bottone: ma quale bottone?! Quando siamo riusciti a toglierla da lì abbiamo visto subito che non si era fatta quasi niente, ma un signore (sicuramente richiamato dalla sirena vocale!) ci ha consigliato di scendere al pronto soccorso. Le hanno dato una borsa del ghiaccio e uno sfiammante, anche se forse è stata una soluzione “placebo interposto“: diamo qualcosa alla bimba per calmare la mamma 😛
E così alle 9 di sera, abbiamo salutato babbo con qualche lacrimuccia e ci siamo avviate, solo io e lei, oltre il controllo passaporti…
Per fortuna il volo non era pieno, così ci hanno dato due meravigliose poltrone in prima fila, con tutto quello spazio davanti per le gambe, i giochi e…il lettino! Si, perchè ormai era l’ora della nanna e Ginevra si è addormentata come a casa sua. Allora le ho preparato questa “cullina” sul pavimento e sono riuscita a riposare anch’io.
Siamo arrivate ad Amsterdam che non me ne sono quasi accorta. Incredibile! Unica nota negativa è stata la cena: giuro che non mi era mai capitato di mangiar male sull’aereo, ma stavolta era davvero inaffrontabile. Evvabbè, avremmo avuto tempo sufficiente per scegliere cosa mangiare e cosa fare dato che il volo successivo sarebbe stato ancora 5 ore dopo.
Per fortuna l’aeroporto di Schiphol offre un sacco di possibilità: prima siamo andate nel “parco“, una zona in cui si trovano casette di legno, scivoli appoggiati sul prato sintetico e si sente anche il canto degli uccellini… poi ci siamo sedute in biblioteca per sfogliare qualche libro da bambini, pieno di figure colorate; dopodichè abbiamo iniziato “il viaggio” verso il terminale, sui rulli trasportatori che per lei erano come il Luna Park!
Alla fine l’ho portata al Self Service, così avrebbe potuto scegliere qualcosa da mangiare, ma non avrei mai pensato si fosse intestardita su: l’ARANCIA!
In una bella cassettina di legno, c’erano queste arance biologiche a disposizione dei clienti. Lei ne ha presa una ed ha cominciato a chiedere che la sbucciassi, alzando esponenzialmente il tono man mano che passava il tempo, fino a cominciare a gridare proprio davanti alla cassa, perchè non ce la faceva proprio più ad aspettare… (o forse perchè è molto impaziente!!)
E se fosse stata cioccalata?!
Per fortuna anche l’ultimo aereo era in orario così, alla fine, ci siamo imbaracate alla volta della Toscana, ormai un pò stanche – bisogna ammetterlo – e ci siamo ritrovate in un volo in cui c’erano soltanto stewards. Uno di loro guarda mia figlia e fa: “Ciao piccolina” e lei, serissima, risponde: “Hola.” Ahahah, son morta dalle risate. Poi son morta di sonno. Erano le 22 del giorno successivo e davvero non vedevo l’ora di arrivare.
Quando finalmente sono arrivate le valige, le ho caricate sul carrello, le ho infilato il piumino che avevo preparato nel bagaglio a mano e l’ho fatta uscire sulle sue gambe, come una vera viaggiatrice, accolta poi come una vera star, dato che i nonni erano lì davanti ad aspettarla a braccia aperte, con le lacrime che scorrevano sulle facce rosse mentre si intrufolavano fra le transenne e lei probabilmente pensava: “Chi sò? E che vonno questi?!” ahahaha!
Per fortuna ci sono i nonni. E ora ce li godiamo per un bel pò!!!