Ieri una grande impresa alimentare ci ha invitato ad un seminario di pasticceria in cui si insegnava a preparare le GUAGUAS (o Wawas).
La Guagua é un dolce andino che tipicamente si mangia a Novembre, per la festa di Ognissanti, ma come il Natale e tutte le altre feste “markettizzate” é giá da un pó che le si possono trovare in vendita nelle pasticcerie o al mercato.
Anche noi le stiamo giá producendo, ma siamo andati lo stesso: io per curiositá, mio marito per analizzare bene il forno a 4 piani che usano nella “sala eventi”.
In realtá ci sono state un paio di cose interssanti:
la prima, di carattere prettamente antropologico, é stata vedere come la gente quasi saltava in cima alle sedie per rispondere alle domande degli esperti e poter vincere cosí una maglietta o una rivista di 5 mesi fa…
la seconda invece, piú professionale, é che abbiamo imparato come chiudere bene le guaguas ripiene. Si, perché a parte quelle di puro pane, esistono anche ripiene di manjar (praticamente una salsa di latte e zucchero), marmellata, crema pasticcera e frutta candita.
Guagua é una parola quechua che significa “bebé” e infatti questa é la forma del pane dolce in questione: un bambino in fasce su cui vengono applicate faccine di argilla di ogni tipo: ci sono quelle piú belle, con tutti i dettagli ben riconoscibili, ed altre che sembrano quasi scarabocchi (le piú economiche, naturalmente!), fino alle immancabili varianti che offrono la faccia di spiderman o altri personaggi dei fumetti per cui ti chiedi: “E se scelgo questa, avró un figlio con gli ultrapoteri?!”
Infatti l’idea é che la “guagua” rappresenta il figlio desiderato. Una specie di vero e proprio rituale che, per tradizione, si festeggia addirittura con un battesimo in piena regola!
Il 2 Novembre la coppia di fidanzati o sposi sceglie un padrino per la sua creatura, che va a comprarla (!) e la porta nella casa in cui si celebrerá il suo battesimo. Naturalmente i genitori in questo caso hanno anche la facoltá di scegliere il sesso del proprio erede (alla faccia dell’ingegneria genetica…).
Tutti vestiti a festa, si ascoltano i bei discorsi dei padrini; poi si spruzza la torta con vino o pisco al posto dell’acqua benedetta e ci si prepara a celebrare con musica, balli ed un bel banchetto in cui il piatto forte é…il festeggiato!
Eh si, perché il povero neonato viene fatto a pezzi e mangiato con piacere da tutti gli invitati.
Se anche voi avete voglia di “prendere a morsi” vostro figlio, ecco la ricetta per questo dolce molto semplice:
PAN DE GUAGUA.
Ciao, vedo che si ancora in Perù! Che usanza particolare… vorrei prepararlo.
Baci
Dai, provaci e facci sapere com’é venuto! 🙂 Comunque l’usanza ormai si sta perdendo…ora la guagua si mangia e basta!