Questo post é un omaggio: omaggio alla cucina prima di tutto (italiana, soprattutto!); omaggio all’amicizia e omaggio alle passioni, ai sogni che si trasformano in realtá.
Ho conosciuto La Simo ad uno strano Master di Social Communication, quando entrambe sognavamo (ancora) di lavorare in quello per cui avevamo studiato tanto… Io vivevo a Bologna, lei a Piacenza, e ci incontravamo a Milano per i corsi.
Poi un giorno la invitai ad uno strano evento che avevo organizzato in un ristorante nella “Rossa” di cui non ricordo nemmeno piú il nome: si trattava di una serie di cene a tema, inaugurate (naturalmente) dalla CENA TOSCANA.
E che c’é di strano? – Vi chiederete. Beh, che la cuoca quella notte era mia nonna!
Si, la nonna factotum di cui parlo ogni tanto che non soltanto é una grande sarta, ma anche un’ottima cuoca, stile all’antica, perfetta per quell’occasione. E quell’occasione sarebbe stata perfetta per realizzare il suo sogno: “Se fossi piú giovane, aprirei un ristorantino tutto mio” – ripete in continuazione. Detto fatto.
Intanto anch’io coltivavo il mio sogno e quella serata si trasformó in un cortometraggio: “Ribollita D.O.C.” (scarica qui la ricetta), con tanto di musiche originali…
La Simo – con gli altri commensali – provó non soltanto la ribollita, ma anche la pasta e fagioli, la bruschetta al pomodoro, i crostini di fegatini, la tagliata, l’arista, i baccelli freschi (una pianta che io e la vecchia ci caricammo in treno con vaso e tutto!!) e naturalmente i cantucci di Mattonella con il Vin Santo.
Intanto la nonna svelava i suoi segreti di cucina allo chef sardo che la seguiva passo a passo, mentre lei si perdeva nell’immensitá delle pentole di un vero ristorante e rabbrividiva nella scoprire che le verdure non si lavavano prima di essere tagliate. Io continuavo a filmare pensando giá al montaggio mentre i proprietari stavano seduti ad un altro tavolo facendo i conti. Che probabilmente non quadravano, dato che il ristorante chiuse míseramente poco tempo dopo. Ancora oggi mia nonna se lo ricorda…
Simo, ma tu te lo ricordi?!
Si puó dire che ci siamo conosciute a tavola, poi siamo salite quasi contemporanemente su un volo intercontinentale dirette io a New York e tu in Canada, e adesso ti ritrovo qui, di nuovo in cucina, ancora convinte che ai sogni si puó credere perché un giorno, all’improvviso, ti cambiano la vita… ancora convinte che le passioni sono la cosa piú importante; ancora impegnate a scrivere, ancora paladine dell’amore, sia per un gatto, per un pargolo o per un bel piatto di puttanesca!
Se vorrai arricchire il tuo blog con qualche ricetta andina, ogni tanto ti posso dare un’idea, ma devo ammettere che non posso competere…tu hai un bel vantaggio: pomodorini ciliegia, mozzarella fresca e cannoli siciliani… Micaca…!!
Perché ci sono amicizie che superano le barriere del tempo e dello spazio. Non è la quotidianità che rende forte un’amicizia. Non è la distanza che la indebolisce. È la consapevolezza che la rende vera. Presente. Una sorpresa che ti spiazza. Un’esperienza che ti unisce. Un filo lungo anni. Miglia. Ma che si accorcia magicamente nei ricordi.
Grazie!