Siamo chiusi in casa da tre settimane, tutti: grandi, vecchi e bambini.
Come stiamo reagendo?
I grandi cercano a tutti i costi di mantenere una parvenza di vita “normale” lavorando o studiando da casa, chi può; andando ogni tanto a fare la spesa in un supermercato sempre più deserto e spesso non troppo fornito; approfittando del cane che deve fare pipì per uscire a godersi una breve passeggiata e rivendicare quella LIBERTA’ che SI LAMENTANO di aver perso. La libertà di andare a fare l’aperitivo, la colazione al bar, il pomeriggio alle terme o il viaggio prenotato mesi prima così da trovare treni, voli, hotel o ingressi a prezzi stracciati che tanto appariranno comunque con toni meravigliosamente patinati nelle foto condivise in tempo reale sui social e che, spesso, sono purtroppo l’unico scopo di quei weekend fuori porta. Allora cominciano a cercare un colpevole a caso, qualcuno da accusare perchè non possono più andare dalla parrucchiera, in palestra, al centro commerciale, a cena da Mc Donald’s, ma soprattutto per sfogare la propria frustrazione.
I vecchi cercano a tutti i costi di adattarsi a questa nuova quotidianità ricordando quante volte, nella loro lunga vita, si erano già dovuti abituare a ristrettezze e limitazioni, a vivere con la paura, il dolore e spesso anche con la morte, soprattutto durante la guerra in cui tutti si davano da fare per difendere quella LIBERTA’ che SI LAMENTANO di aver perso di nuovo. La libertà di andare a messa, a fare una partita a carte al circolino sotto casa, a riunirsi con i vicini per fare due chiacchiere; a chiamare “quella dei piedi” per farsi togliere un callo con l’illusione che poi torneranno a correre come 50 anni prima; a farsi visitare da figli e nipoti che ora non possono più andare a trovarli perchè c’è la quarantena, invece prima riuscivano addirittura a ritagliarsi una mezz’ora settimanale dai loro aperitivi, giri di shopping o weekend super fashion per passare a controllare che i vecchi stessero bene, o quantomeno che fossero ancora vivi.
I bambini cercano a tutti i costi di trovare il buono di questa situazione assurda in cui sono i più limitati in assoluto perchè non possono più andare a scuola e divertirsi con i loro compagni, non possono più andare in palestra, non possono andare a giocare al parco, non possono riunirsi con i cugini, non possono accompagnare la mamma al supermercato nè il babbo a portare fuori il cane, non possono festeggiare il compleanno con gli amici. Sono completamente privati di quella LIBERTA’ che i vecchi gli avevano donato e che i grandi gli facevano godere, eppure NON SI LAMENTANO. Solo ogni tanto, quando sono stanchi o magari un pò annoiati, ma basta cambiare gioco, basta dargli una nuova idea, un nuovo compito qualunque da svolgere e tutto passa magicamente. Ripartono da zero come se nulla fosse, con il serbatoio della pazienza ricaricato e quello dell’allegria svuotato, così da poterlo riempire di nuovo con le cose belle che questa vita in galera gli sta facendo scoprire: passare più tempo con genitori e fratelli; giocare, cucinare, ballare, riordinare, disegnare con loro; mostrargli in diretta i propri traguardi, farsi correggere gli errori, imparare ma soprattutto insegnare.
I bambini, ai tempi del Covid-19, ci stanno insegnando cosa sono la felicità, la pazienza, la semplicità, la resilienza.
I bambini, ai tempi del Covid-19, sono i nostri grandi maestri.
I bambini, i veri grandi maestri!!!!
Sì, sempre, ma ora poi…grandissimi davvero!