Questo blog si è fermato insieme al cuore di mia madre e a una parte di me.

Una parte molto importante, ma non l’unica. Perchè la vita continua e come mi aveva detto, a suo tempo, un amico nella stessa situazione, “i figli aiutano molto in certi momenti, perché loro vanno avanti comunque e ti obbligano a fare lo stesso”.
Infatti noi non ci siamo mai fermati in questi lunghi mesi di oblio, sforzandoci affinchè la piccina di casa non sentisse troppo il peso dell’assenza, il dolore degli altri, l’inevitabile cambio di abitudini. Perchè il nostro dovere, come adulti, è quello di proteggere i più piccoli, con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione.

L’ho fatto con mia figlia, ma l’ho fatto anche con tutti i miei alunni, che probabilmente non si renderanno mai conto di quanto mi abbiano aiutato in questi momenti difficili, quando mi sforzavo di indossare un sorriso ogni giorno prima di entrare in classe; quando chiudevo nello zaino il dolore, la paura e la stanchezza prima di iniziare le lezioni; quando sceglievo di raccontare solo un mondo a colori mentre vivevo in totale bianco e nero. Apparentemente lo facevo per loro, ma in realtà lo facevo per me, perchè è più facile affrontare la vita con il sorriso e il cuore gonfio d’amore piuttosto che con le lacrime e il petto squarciato dal dolore.

Tutto questo mi ha permesso di continuare a fare tante cose belle, nonostante tutto, sia in casa che fuori e penso sia davvero giunto il momento di ricominciare a raccontarvele. Magari in ordine sparso, sicuramente non tutte, probabilmente con un sottofondo malinconico, ma quasi sempre con l’ottimismo sulla pelle.

Ecco, sono tornata.