Pasqua sui generi(s) p.1

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(A titolo informativo: il post unico è stato ora diviso in due perchè le domande erano davvero troppe!)

E Pasqua sarà la scusa perfetta per tornare a parlare di “gender“.

Non perchè mi girano le scatole quando la maestra dice che le mamme hanno i capelli lunghi e i papà invece li portano corti (una persona che parla così davanti ad una mamma coi capelli evidentemente corti e che sa che il suo datore di lavoro – uomo – li ha sempre portati lunghi, deve avere ben altri problemi, mi pare…)

Non perchè poco tempo fa c’è stato un politico che ha avuto il coraggio di dichiarare che le tremende alluvioni che hanno distrutto mezzo paese sono state “semplicemente la punizione divina” (cito testualmente!) perchè LA Ministro dell’Educazione ha proposto, nel 2017, di parlare per la prima volta a scuola della “cosiddetta idelogia di genere” (i politici son soggettoni ovunque, si sa)

Ma perchè durante il classico pranzo di Pasqua (e scusate la divagazione) mio nipote, in piena fase pre-adolescenziale, dopo aver trangugiato la zuppa in silenzio ha lasciato la tavola ed è rimasto in terrazza per quasi un’ora. “A meditare”, ha detto sua mamma. Su cosa? Sulla sgridata che si è beccato prima di arrivare, perchè mentre camminava per strada “ha preso a braccetto sua sorella come se fosse un maschio”.
Occhi sgranati e bocca aperta ho balbettato: “In che senso? Non ho capito…”
E invece avevo capito eccome! Chi non capisce pare essere lui, che “non pensa che sua sorella è una signorina” e se i bambini maschi si prendono a braccetto in un modo, le bambine femmine invece in un altro. Non nego che qui mi sono illuminata: ecco perchè io ho sempre avuto più amici maschi: perchè le femmine non le sapevo prendere a braccetto!

Ora me lo immagino che state ridendo di me e pensate: “ma che cazzo dice?!” (anche se siete brave femminucce le parolacce vi scappano lo stesso, confessate), io però ancora (son dura lo so!) non riesco davvero a farmene una ragione.

In più, l’altro motivo di scazzo del RAGAZZINO è stato che ha dovuto trangugiare tutto quello che aveva nel piatto, incluso il pesce secco che gi fa schifo, perchè ormai è GRANDE e deve dare l’esempio.
Ora, a parte che non sono daccordo con questa tortura di dover mangiare per forza anche quello che ti fa schifo, chissà che razza di esempio ho dato allora io che, ormai GRADISSIMA (la parola vecchia non mi piace), e probabimente con gli stessi gusti, ho lanciato con nonchalance il pesce secco nel piatto di mio marito, davanti a tutti!

E la domanda che continuo a ripetermi è sempre la stessa:
MA PERCHÈ?
Perchè non li possiamo lasciare in pace, fargli mangiare quello che vogliono (nei limiti della decenza, chiaro) e aiutarli magari a scoprire così i propri gusti; farli essere quello che vogliono e trasformarsi tutte le volte che ne avranno voglia; farli giocare con quello che gli pare e vestirsi (e pettinarsi!) come decidono loro?

Le domande (a cui spero possiate aiutarmi a dare risposte), continuano nel prossimo post…

 

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