Festa della mamma,
festa del babbo, del biscugino, del compagno di banco delle elementari e anche di quello che una volta si è seduto accanto a te sul treno e poi è scomparso per sempre.
Sinceramente, ho sempre pensato che fossero un mare di cazzate.
Ora che sono madre penso che la mia festa, la mia felicità, è ogni volta che mia figlia viene a farmi una carezza, ogni volta che sorride a bocca spalancata e dice “Mamma, mia!”.
Adesso che vivo dall’altra parte dell’oceano e mia mamma, mia nonna e tutte le donne più importanti della mia vita sono solo una voce su skype e un messaggio su facebook, penso che non è sufficiente un giorno per dire loro quanto le amo, quanto mi mancano e quanto vorrei averle accanto per condividere questa condizione.
Purtroppo peró vivo in un mondo in cui questo giorno (con data variabile secondo il paese in cui ti trovi) sembra quasi più importante del Natale o di qualunque altra data tanto importante da essere scritta in rosso sul calendario.
Da un mese i negozi propongono super offerte per trovare il miglior regalo per la mamma (o per assicurarsi super vendite, ma questo sarebbe un altro discorso…); la televisione bombarda con messaggio sdolcinati e amorosi; le scuole preparano la loro grande festa con tanto di balli, canti, regali, preghiere e discorsi pomposi sulla grandiosità di questa figura materna.
E nelle stesse scuole ci sono i figli di queste madri che si sono trasferite a Lima per lavoro, lasciando i bambini alle cure della zia; queste madri che sono andate a vivere con il nuovo fidanzato in una casa dall’altra parte della città mollando i figli all’ex marito “così capisce davvero quanto mi costa mantenerlo”; le signore madri che ficcano la figlia minore nel girello “perchè sono stufa che consumi tanto i vestiti…si strascica da tutte le parti e io non faccio altro che comprare roba nuova!”
Ci sono le madri che fino a ieri maltrattavano il loro unico figlio nella speranza che il padre si convincesse così a dargli più “plata”, una casa e una macchina, e che oggi si fingono innamorate del regalo che il piccolo ha portato da scuola. Ci sono le nonne che diventano madri di un adolescente abbandonato in casa loro, che cercano di controllare i suoi spostamenti ignare dei tanti spazi virtuali che lui frequenta quotidianamente e ci sono quelle che fanno tremare i figli quando compaiono per magia alla festa della scuola, dopo un anno che non si vedevano.
Questi e tanti altri casi sono quelli che ho potuto conoscere in una sola settimana di lavoro in una delle migliori scuole cattoliche e private della città, senza contare quelli di vicini e amici che ho conosciuto stando qua, in un posto in cui si parla tanto di famiglia ma non sono sicura che se ne comprenda davvero il significato.
Allora, col mio cinismo, mi chiedo: ha davvero senso questa festa della mamma?
E la festa del figlio? Quando si stabilirà che la festa del figlio, in cui i genitori dovranno riconoscere la sua importanza e il suo valore, deve essere celebrata ogni giorno, dal 1 Gennaio al 31 Dicembre?