“Canjear“verbo traducibile in italiano con: “Scambiare“.
Quando per la prima volta ho visto che i pannolini erano confezionati uno per uno in bustine di plastica, dentro il grande pacco scorta, ho pensato: “Ma che spreco! Come se non bastasse l’abuso di plastica che giá c’é in questo paese…”
Poi ho capito che lo fanno perché qui i pannolini si vendono singolarmente e questo gli garantisce igiene. Ora, tralasciando i commenti e giudizi su queste vendite centellinate (che in realtá riguardano tutto: shampo in bustine -di plastica- da 75 ml, spezie in bustine -di plastica- da 1gr., salsa di pomodoro, maionese, aromi artificiali per il brodo o il succo di frutta tutto in buste -di plastica- monodose!), continuavo a pensare che quei sacchettini intorno al pannolino fossero una cosa davvero inutile.
Finché un giorno mio marito ha detto: – Non buttarli, vanno conservati che si possono “canjear”. –
Canje che? Scambiare. Si possono scambiare in una specie di baratto a pagamento.
Cioé: te consegni 6 involucri piú qualche centesimo e ti danno in cambio un altro pannolino. Oppure 10 involucri piú qualche sol (moneta peruviana) e ti danno in cambio un pacchetto di salviettine umidificate.
Evvabbé, almeno le bustine mi serviranno per qualcosa.
Le abbiamo raccolte (quasi) tutte in un cassetto che alla fine non si chiudeva neanche piú e l’ultimo giorno utile ci siamo fatte (perché naturalmente lui ha mandato noi donne, a fare il grande canjeo…) oltre un’ora di auto per arrivare al centro Huggies che stava esattamente all’altro capo della cittá.
Appena scese dalla macchina abbiamo visto un’enorme fila di gente, con passeggini, copertine e berrettini che spuntavano da dietro le teste delle persone in piedi davanti al tabernacolo verde.
– Dev’essere lí – ho detto alla mia seconda suocera.
Una volta in zona ci hanno dato il numero come alla gastronomia del supermercato (e nonostante questo c’é stato qualcuno che ha cercato di passare avanti, come sempre), poi ci hanno avvisato che le salviettine erano finite e si potevano avere soltanto pannolini. Alla fine ci hanno chiesto un documento e…nessuna delle due ce l’aveva!
Ma tutta quella trafila non poteva certo concludersi con un “Ok, grazie. Ripasso.” Cosí abbiamo messo il culo al posto della faccia e gli abbiamo offerto, in ordine:
– tessera sanitaria svizzera lei, senza foto né data di nascita
– visto americano io, scaduto da oltre un anno
!!!
La signorina si é copiata i numeri (ma quali numeri? di cosa? di chi?!) sul quaderno dei partecipanti e noi ci siamo portate a casa 16 pannolini ad un quarto del prezzo regolare.
E io mi domando: ma il gioco, valeva davvero la candela?