
Già dall’anno scorso aleggiava la fatidica domanda: “Ma Babbo Natale esiste davvero?”
Ho pensato e ripensato a come evitare il trauma della realtà, ma anche quello della menzogna; ho preso tempo, traccheggiato e probabilmente avrò detto anche qualche minchiata… Poi dicembre è arrivato di nuovo e con lui i dubbi, i tentativi di estorsione della risposta, i trabocchetti prendendoci all’improvviso e cercando di metterci in trappola fino alla prova finale del “quest’anno la letterina non la scrivo e così stiamo a vedere! Tanto se Babbo Natale esiste, sa già cosa voglio e se invece siete voi, non indovinerete mai”.
Inutile dire che suo padre stava ormai per cedere al cinismo del “dai che è l’età giusta”, mentre io continuavo invece a girarci intorno alla ricerca di una soluzione romantica. Partendo dalla storia di San Nicola, ero arrivata a suggerire l’esistenza di infiniti “Babbi Natale”, ovvero persone che decidono di farti un dono inaspettato per dimostrare che ti vogliono bene e senza preoccuparsi di farti sapere chi sono. Ed è stato a questo punto che la magia del Natale mi è venuta incontro!

È stata organizzata anche nella nostra città una manifestazione chiamata “Scatole di Natale per i più bisognosi”. Si dovevano mettere in una scatola da scarpe: 1 cosa calda, 1 cosa golosa, 1 passatempo, 1 prodotto di bellezza, 1 biglietto gentile. Poi si incartava il tutto e si andava a lasciare in determinati punti di raccolta da cui i volontari avrebbero provveduto a smistare e distribuire le scatole a destinatari sconosciuti, proprio come i donatori.
“Ecco – ho detto – noi saremo il Babbo Natale di qualcuno che non sa chi siamo. Proprio come anche noi abbiamo il nostro Babbo Natale segreto. Perché possiamo essere io e babbo, ma anche il nonno, lo zio o qualche amico.”

Ci ha pensato su e non ha chiesto niente per giorni. Ma mi ha aiutato a preparare con cura le scatole da donare, scrivendo personalmente i bigliettini e, mentre ci lavoravamo ha detto: “Mamma, che bella cosa che stiamo facendo!”
Poi, una volta portati i pacchi a destinazione, sentimenti contrastanti hanno ricominciato a muoversi dentro di lei che, scossa, alternava le sue nuove certezze (“Ho scoperto che Babbo Natale non esiste” ) al bisogno e desiderio di continuare a credere nella MAGIA. Tanto che un paio di giorni prima della grande notte è arrivata con una letterina scritta velocemente su un foglio a quadretti ripiegato piccolo e stretto su se stesso. “Mamma, pensi che Babbo Natale farà in tempo a leggerla?”
“Sicuramente, il problema è se farà in tempo a preparare i regali…” che ovviamente erano già stati prenotati, ritirati, impacchettati e nascosti in soffitta!

Non ci è andata male perché ne avevamo azzeccati 2 su 3 e quello inaspettato è piaciuto tanto quanto quello richiesto, ma la cosa più buffa è stata che la notte del 24 mi è toccato fare Santa Claus a ripetizione. Dopo aver obbligato il padre a dormire in camera sua, infatti, ha chiuso bene la porta e mi ha costretto ad aspettare mezzanotte per andare a nascondere il regalo che gli avevamo comprato. Poi ha tirato fuori dei pacchettini che aveva preparato per noi, ha messo anche quelli sotto l’albero e finalmente si è infilata nel lettone. Raccogliendo le ultime forze, ho aspettato che crollasse anche lei e sono andata a depositare anche i suoi regali.
Felice che anche per quest’anno la magia continuasse. Nonostante tutto.
Fantastica come sempre!!!!
E tu sempre con noi, anche questo è fantastico! Muak!