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Caro il mio piccolo blog abbandonato

perché le cose da fare si son moltiplicate, il tempo si é piú che dimezzato e il bisogno di scrivere é stato insanamente relegato a un “quando posso”.
E mentre il posso sembra non arrivare piú, in questo mese delirante mi sono almeno presa una piccola rivincita: ho ricominciato a leggere!

Per caso, ho trovato un libro in italiano sul comodino dello zio (che é venuto da noi in vacanza). L’ho preso in mano e ho cominciato a sfogliarlo. E, per curiositá, ho cominciato a leggere le prime righe, che son diventate le prime pagine e poi i primi capitoli
E´ cosí che sto divorando questo gioiello incontrato per errore (dato che lo zio ha confessato che glielo hanno suggerito ma che lui non ha la minima voglia di leggerlo…) dal titolo “Acciaio“, di cui ho scoperto che l’anno scorso hanno realizzato anche il film.

A parte la voglia di leggere in italiano un libro vero, di quelli di cui puoi accarezzare le pagine rugose ed annusarle riconoscendo l’odore che ti ha accompagnato per tutta la vita, ho trovato casualmente un libro che parla in toscano, che mi fa sentire ancora di piú a casa e mi fa ripensare alle estati trascorse in Versilia coi nonni da bambina, mi fa ricordare i pantaloncini corti sulle gambe storte di mio padre alla ricerca di un riparo dall’afa e mi fa chiedere se mai mia figlia avrá la possibilitá di conoscere questa realtá…

L’estate toscana, con il pan coll’olio e la pomarola; il gelato del Circolo Arci che ti compra la nonna che, per l’occasione, non si vergogna piú di entrare in quel covo di comunisti bocioni; la pizza da asporto mangiata in giardino e poi una bella fetta di co’omero aí bardacchino di Piazza Mercatale. Le scarpinate sui colli alla ricerca di fresco, le gite alla “Buca delle fate” con maschere e pinne e poi una bella mangiata di pesce, e ogni tanto anche una capatina a Viareggio, non certo per fare il bagno, ma almeno una vasca sulla passeggiata e poi un trancio di pizza da Athos, che dopo 20 anni di pura margherita e cecina, ora ti fa scegliere anche un gusto diverso….

Sono quei dettagli, quelle cose inutili che spesso nascondi nella scatola dei ricordi insignificanti ma che, in realtá, fanno una vita.
La tua vita. La tua realtá.
Quella che non avresti mai pensato di sognare per nessun altro e, allo stesso tempo, non avresti mai pensato potesse restare solo un sogno, un ricordo. E invece, all’improvviso, hai paura; paura che la tua bambina non potrá mai avere la possibilitá di conoscere questi dettagli, queste “insignificantezze fondamentali” per farle entrare nel cuore le sue radici lontane: la toscana, le vacanze al mare in un’estate di agosto e non di dicembre, le vecchie in ciabatte sulla strada alla ricerca del fresco, un buon libro sotto l’ombrellone e

la cittá piú bella del mondo… 

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